organizzazione - I CATARI

I CATARI
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Organizzazione strutturale del Catarismo occitano
 
 
Il Catarismo occitano non fu un movimento disorganizzato, ma una Chiesa parallela e strutturata, con diocesi, vescovi e clero regolare (perfetti), sostenuti dalla base dei fedeli. Questa solidità spiega sia la sua rapida diffusione in Linguadoca, sia la gravità della reazione cattolica (Crociata albigese, Inquisizione).
 
I credenti costituivano la base, vivendo ancora “nel mondo” (lavoro, famiglia, società).Accoglievano i sacramenti catari (soprattutto il consolamentum) solo in vista della morte o in casi particolari.Erano guidati spiritualmente dai perfetti.I perfetti (o boni homines / bonæ feminae) costituivano l’élite spirituale, dopo aver ricevuto il consolamentum e promesso vita di povertà, castità e non-violenza. Vivevano in comunità itineranti o in piccole case, mantenute dalle offerte dei credenti.Avevano funzione sacerdotale: predicazione, amministrazione del consolamentum, insegnamento della dottrina dualista.
 
L’organizzazione della gerarchia ecclesiastica fu definita nel sinodo cataro del 1167 che si tenne a Saint-Félix-de-Caraman: l’Occitania fu divisa in diocesi catare (Albi, Tolosa, Carcassonne, Agen, ecc.), parallele a quelle cattoliche. Ogni diocesi aveva un vescovo (con autorità dottrinale e disciplinare) e due coadiutori: il filius maior (successore designato) e il filius minor (assistente). Questo sistema garantiva continuità in caso di persecuzioni o martiri. I vescovi si riunivano in concili per discutere questioni teologiche, disciplinari e di coordinamento missionario. Veniva mantenuto un forte legame con le comunità catare italiane (Lombardia, Concorezzo), creando una rete transnazionale. Non esistevano chiese monumentali: i riti si svolgevano in case private o luoghi appartati. La trasmissione della fede avveniva tramite catechesi orale e testi scritti (vangeli, rituali, trattati teologici). La struttura cataro-occitana era al tempo stesso radicata localmente e molto mobile, per sfuggire alla repressione.
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