Antefatti    -     La battaglia: (fase2)  (fase3)  -  Fine della battaglia

 

La battaglia di Hastings (1.a fase)

I Sassoni disposti sulla cima, senza truppe di riserva, con i primi ranghi composti dagli Housecarls che brandivano terribili ascie, protetti da scudi enormi, e i Thegns disposti vicino, attendevano impavidi l'armata normanna. Giunto con " l'avanguardia" in cima alla collina di Telhan Hill, il duca Guglielmo  rimase impressionato alla vista di questa muraglia di uomini, silenziosa e compatta, le cui prime due o tre file gli apparvero ben disciplinate e ben armate. I cronisti dell'epoca riportano che entrambi i condottieri fecero ai loro eserciti un discorso di circostanza. Quello di Guglielmo fu così eloquente, a parere di Guglielmo di Poitiers, che i suoi cavalieri si esaltarono e vollero subito assalire il nemico. Re Aroldo, invece, si accontentò di raccomandare ai suoi uomini di restare in posizione di difesa, e di non rompere i ranghi per alcun motivo: la vista delle lunghe colonne di cavalieri, precedute dalla bandiera pontificia e dall'uomo corpulento che cavalcava in testa, uomo che aveva imparato a conoscere e a rispettare sul continente , non lo rassicuravano affatto. I cavalieri normanni indossavano la loro corazza. Riproponendo le gesta di un antico re franco, Guglielmo indossò la sua corazza a rovescio, poi ci ripensò, e scoppiando a ridere la rigirò, per evitare che venisse interpretato come un cattivo presagio. Poi i Normanni formarono i loro ranghi nella vallata. L'organizzazione fu sicuramente più sofisticata rispetto a quella sassone. Al centro stavano i Normanni, il contingente più importante, sotto il comando personale di Guglielmo e del suo fratellastro, il vescovo guerriero Eudes di Bayeux, che per l'occasione maneggiava un robusto bastone, poichè in questo modo rispettava il divieto per gli ecclesiastici di portare la spada. A sinistra, sotto il comando del conte Alan Fergant stavano i contingenti di Bretagna, del Maine, e dell'Anjou, mentre sull'ala destra vi era Eustachio di Boulogne che comandava un contingente di Fiamminghi Francesi ed un squadrone di Normanni capitanati da Roberto di Beaumont. In prima fila stavano gli arcieri, vestiti di semplici tuniche, che pur maneggiando archi di piccola portata, rappresentavano una forza d'appoggio non trascurabile. Poi venivano i fanti, tutti uomini con l'armatura e attrezzati con scudi e lance, che erano circa 3000. Infine vi erano i cavalieri, con l'armatura, muniti di lance, giavellotti e spade. Bisogna ricordare che questa cavalleria non era ancora "pesante", non aveva cioè quella capacità di travolgere che acquisterà nei secoli successivi quando i cavalli verranno protetti con armature. Un fatto curioso segnò l'inizio della battaglia: mentre i ranghi dei due eserciti erano distanti ancora circa 200 metri, un uomo uscito dalle fila normanne si lanciò, solo, in direzione del nemico. Era un menestrello di nome Taillefer che cantando versi della " Chanson de Roland" e lanciando la sua spade in aria e riprendendola, caricò i ranghi inglesi da solo, trovando la morte, pur dopo aver ucciso tre uomini. Guglielmo decise di agire. Per distruggere l'armata di fanti ammassati sulla cresta, pensò di ricorrere alla tattica di mandare prima gli arcieri ad indebolire e seminare confusione nei ranghi nemici, poi di far avanzare la fanteria per romperne i ranghi ed infine la cavalleria per mettere in fuga definitivamente il nemico. Infatti, dopo l'episodio di Taillefer, si vide avanzare una linea d'arcieri fino a meno di 50 metri dai Sassoni, per lanciare frecce. L'angolo di tiro non era però dei più favorevoli per i loro piccoli archi e per giunta i grandi scudi degli inglesi arrestavano la maggior parte delle frecce. Dopo questa prima fase, Guglielmo non esitò a mandare la fanteria alla carica. Subito grida di guerra partirono dall'una e dall'altra parte. "Dex aie" in campo normanno e "Holy Cross" in campo inglese anche se quest'ultimi usarono anche un altro grido, meno romantico ma più appropriato, nella lotta contro gli invasori: "Out Out".