Provenza), di cui sono giunte fino a noi oltre trecento melodie di elevata raffinatezza e gusto delicato. L'origine di questa forma artistica, dai tratti ambivalenti, deve essere ricercata nell'innodia latina, con carattere semplice e popolareggiante, e nei tropi dei monasteri meridionali, farciti di ricercatezza intellettuale. Queste musiche sono accompagnate da veri e propri poemi, i cui temi sono quasi sempre rivolti all'adorazione cavalleresca della donna. L'adozione della lingua nazionale è elemento propulsivo dal punto di vista dei ritmi e delle tonalità: la musica non può più svolgersi secondo una metrica quantitativa, per sillabazione, come avveniva adottando il latino nei testi, ma seguendo gli accenti, propri del volgare, carichi di contrasti . Da ciò derivano ritmi forse più vincolati alla lingua rispetto alla libertà del gregoriano, ma sicuramente dotati di maggiore espressione, tratto finora sconosciuto. Tra gli otto modi liturgici cominciano ad affermarsene due, corrispondenti ai moderni maggiore e minore, che consentono l'insorgere di linee musicali dinamiche e di ritmi incisivi, ponendo così i presupposti per incalcolabili sviluppi. Nell'ambito della musica trovadorica si impongono le chansons courtoises, di gusto aristocratico, che trattano di argomenti intimi o politici, la pastourelle, con l'intendimento di cantare le bellezza della natura, la balade e il rondeau, accompagnate da figure di danzatori, le chansons

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