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                                            ABELARDO
                                                                                      la morale

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Abelardo (1079-1142) è la prima figura di intellettuale moderno (Le Goff). Esponente della piccola nobiltà bretone, si dedica agli studi, lasciando ai fratelli il mestiere delle armi, ma immettendo una grande foga ed uno spirito battagliero nelle dispute intellettuali alle quali mai si sottrarrà. Appena giunto a Parigi si segnala per i suoi attacchi a Guglielmo di Champeaux, il più illustre dei maestri parigini, che reagisce costringendolo ad abbandonare la città. Abelardo è però ormai un "maestro" e molti studenti lo seguono a Melun e a Corbeil, dove si ritira. Dopo alcuni anni rientra a Parigi, ripete i suoi attacchi a Guglielmo, si ritira di nuovo a Melun, ma questa volta tutti gli studenti lo seguono ed è la fine per la carriera di Guglielmo che, infatti, si ritira dall'insegnamento mentre Abelardo rientra trionfante sulla Montagna di Santa Genoveffa, nuovo centro di produzione intellettuale. Poiché la teologia  era considerata superiore ad ogni disciplina, egli, fino ad allora filosofo e logico, inizia ad occuparsi dei commenti alle Sacre Scritture. Abelardo è all'apice della gloria e solo la sua sfortunata storia con Eloisa (iniziata nel 1118 e documentata nell'autobiografia "Historia calamitatum") ne oscura la fama. Dopo la sua disgrazia (castrazione ordita da Fulberto, zio   di Eloisa) e il ritiro nel convento di Argenteuil di Eloisa, torna a scrivere di teologia ma nel 1121 un concilio a Soissons lo condanna al ritiro in convento mentre la sua opera viene bruciata, nonostante le difese del vescovo di Chartres. Si ritira a St-Denis ove non esita a stroncare gli scritti di Ilduino sul fondatore di St-Denis, dimostrando come quest'ultimo non avesse nulla a che fare con Dionigi l'Aeropagita, convertito da San Paolo. Di nuovo è costretto a fuggire e trovare rifugio presso il vescovo di Troyes che gli assegna un terreno a Nogent sur Seine, sul quale fonda un oratorio dedicato alla Trinità, mostrando di non essere domo visto che il libro bruciato a Soissons era proprio dedicato alla Trinità. Bernardo raccoglie la sfida, su espresso invito di Guglielmo di St-Thierry e, a partire dal 1140, orchestra gli attacchi alle sue opere e alle lezioni che nel frattempo Abelardo ha ripreso sulla Montagna di Santa Genoveffa. Bernardo giunge a Parigi e cerca invano di staccare gli studenti da Abelardo, per cui suggerisce un contraddittorio pubblico da tenersi a Sens. Abelardo accetta ma Bernardo cambia abilmente il carattere dell'incontro e lo trasforma in un Concilio per giudicare Abelardo, accusato di eresia. Con un abile lavoro di convincimento condotto sui vescovi e sugli abati, Bernardo ottiene una condanna di Abelardo ma essendo la stessa troppo mite,   non esita ad inviare a Roma una documentazione che produce un aggravio delle pene: i libri di Abelardo vengono bruciati in San Pietro.Abelardo si rifugia a Cluny presso Pietro il Venerabile che riesce a riconciliarlo con Roma. Il 21 aprile 1142 Abelardo muore a Chalons sur Saone, non dopo aver letto l'assoluzione scritta che il grande abate di Cluny gli aveva fatto pervenire.

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