IL GRAAL
Calice che
secondo le leggende medievali sarebbe stato usato nell'Ultima Cena ovvero calice con il
quale Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue di Cristo sulla croce (in qualche leggenda lo
stesso per entrambe le occasioni), il Graal originò una delle più elevate creazioni
poetiche del Medioevo. La leggenda, che sorse in Spagna o nella Francia del Sud intorno al
1100 e mescola elementi pagani, orientali, celtici e paleocristiani, definisce il Graal un
oggetto sacro e misterioso che viene custodito in un castello ( o in un tempio) della
Bretagna e che solo i "puri" possono raggiungere per guadagnare la felicità
terrena e celeste. Tale oggetto é stato successivamente indicato come la
"Pietra nascosta" e identificato con l'Alchimia, scienza depositaria della
sapienza spirituale e della conoscenza cosmologica: gli alchimisti avevano cura di
nascondere la loro arte dietro i simboli della metallurgia, affermando che tentavano di
trasformare i metalli vili in oro. In termini filosofici e metafisici erano invece
impegnati a trasformare la persona terrena (piombo) in una persona spiritualmente
illuminata (l'oro). Al pari della pietra filosofale il Graal sarebbe dunque la chiave
della conoscenza e la somma di tutte le cose (Graal dal celtico gar=pietra, per cui
gar-al=tazza della pietra). In quanto tazza o piatto, il Graal reca l'ostia eucaristica
della messa e viene identificato con il sangue di Gesù (Sangréal=Sang Gréal=San
Graal=Santo Graal) e nella letteratura medievale diviene una dinastia di derivazione
davidica: la Vite di Giuda,"la pianta più cara al Signore" (Isaia 5:7), quella
dei Re Pescatori, di Lancellotto del Acqs. Oggi si afferma che tale dinastia giunge ai
sovrani del Galles, ai Merovingi e agli Stewart di Scozia. Inserita nel ciclo di re Artù,
la leggenda trova la sua prima espressione letteraria nell' opera di Chrétien de Troyes
"Perceval ou le conte du Graal", Da esso si origina il vasto corpus poetico
della ricerca del Graal, che trova i più validi continuatori di Crétien in Robert de
Boron in "Estoire du Graal", detta anche "Joseph d'Arimathie", in
Gerbert de Montreuil e, soprattutto, in Wolfram von Eschenbach che attinse per il suo
"Parzival" alle fonti franco-provenzali. Il mito del Graal è attuale ancor
oggi, basti considerare la sterminata pubblicistica che nel '900 ha visto storici,
saggisti, giornalisti, semplici appassionati, fornire ipotesi, ricerche, interpretazioni o
clamorose verità intorno al Graal, al suo vero significato, ai suoi legami con l'Arca
dell' Alleanza, con i Templari, con altro ancora.
Torna Su
mailto:ellebi69@hotmail.com
