Nicolò II

Papa dal 1059 al 1061, Gerardo di Chevron fu eletto su indicazione del clero riformista, capeggiato da Pier Damiani, in opposizione al candidato dei nobili romani Giovanni, vescovo di Velletri. Convocò un Concilio in Laterano nell'Aprile del 1059, nel quale, con la bolla IN NOMINE DOMINI, fu proclamato un nuovo decreto per le elezioni dei Pontefici. In tale decreto veniva ristretto il corpo elettorale ai soli cardinali-vescovi, mentre i cardinali non vescovi potevano solo dare la loro adesione al neoeletto ed il clero inferiore, come anche il popolo, esprimeva semplicemente un consenso.

Anche l'Imperatore veniva estromesso dalla nomina riconoscendogli semplicemente un generico diritto di considerazione e di rispetto. Prevedendo una reazione imperiale si alleò con i Normanni ai quali concesse in feudo tutte le terre del Meridione, ad eccezione di Benevento. Appoggiò il movimento riformista dei Patari nell'Italia Settentrionale, costringendo il clero di Milano al giuramento di rinuncia alla simonia ed al concubinato. Mentre in Germania si organizzava la reazione alla sua Bolla, muore a Firenze il 27 luglio del 1061, ma con le nuove modalità di elezione, a Roma, Ildebrando di Soana favoriva l'elezione di Alessandro II, così che il candidato imperiale, Cadalo, vescovo di Parma, non sarà che "antipapa".