Anselmo d'Aosta

 

Anselmo d'Aosta (santo), filosofo e teologo, dottore della Chiesa (Aosta 1033 - Canterbury 1109). Di nobile famiglia, seguì le lezioni di Lanfranco di Pavia nel monastero benedettino di Santa Maria di Bec, in Normandia, del quale divenne poi priore nel 1063 e abate nel 1078. Eletto arcivescovo di Canterbury nel 1093, succedendo al suo maestro Lanfranco, ebbe a sostenere una lunga lotta con la corona inglese per le investiture dei vescovi: Esiliato da Guglielmo il Rosso, poi da Enrico I, che lo accusavano di voler sottrarre alla loro influenza le elezioni episcopali, ritornò nel 1106 in seguito all'accordo intercorso tra Regno e Papato. Anselmo fu tra i più eminenti pensatori del suo secolo: uomo di profonda fede religiosa, ebbe tuttavia piena fiducia nella ragione. Senza dubbi, egli afferma il primato della fede sulla ragione (credo ut intelligam), e considera l'approfondimento razionale come coronamento della fede (fides quaerens intellectum); tuttavia insiste sul dovere di comprendere ciò che si crede: Non far passare la fede in primo luogo - scrive - è presunzione; ma non far appello in seguito alla ragione è negligenza. La celebre prova a priori dell'esistenza di Dio, contenuta nell'opera Proslogium, che verrà chiamata da Kant "argomento ontologico" afferma che poiché noi abbiamo l'idea di un essere perfetto, e la perfezione assoluta implica l'esistenza, l'essere perfetto esiste. Anselmo combatté anche il nominalismo di Roscellino, in quanto questo conduce, secondo lui, a una sorta di triteismo. Tra le molte altre opere di Anselmo, si ricorda il Cur Deus homo, che tratta dell'incarnazione ed ha un'importanza fondamentale nella storia della teologia.