Fu
a partire dall' V secolo che le invasioni vichinghe segnarono l'ovest
della Francia e le coste inglesi della Manica. Così nel giugno del 738
i Vichinghi distrussero il monastero di Lindisfrane e massacrarono i monaci,
successivamente saccheggiarono le Fiandre e la Germania. Carlomagno pagò
un tributo al capo Goffredo per tenerlo lontano dalle coste ma niente
fermò i Vichinghi che continuarono le loro incursioni. Nell'841 risalirono
la Senna, distrussero Jumièges e Saint - Wandrille, giungendo fino a
Rouen.
Nell' 843 toccò alla Loira e nell' 845 si spinsero fino a Parigi, non
trascurando Chartres e Tours. La loro flotta restò sulla Senna per ben
237 giorni. Carlo il Calvo pagò loro un tributo ma dovette abbandonare
comunque l'Avranchin ed il Cotentin. A partire dall' 852 i Vichinghi svernarono
nell'isola di Jeufosse e nell' 855 si potè constatare la loro presenza
stabile sulla terraferma...
Si può individuare una escalation nel loro comportamento che inizia con
le incursioni, con lo svernare in loco, con il riscuotere tributi, per
concludersi con la fondazione di veri piccoli stati ( sette) di cui solo
uno si consoliderà.
Rispetto alle motivazioni delle escursioni vichinghe molto si è detto,
ma la tesi più plausibile parrebbe quella che vuole i giovani esclusi
dall'eredità famigliare, sempre a favore del primogenito, costretti a
cercare fortuna altrove.
La causa principale fu senza dubbio finanziaria, infatti i Vichinghi raccoglievano
spesso tributi oppure si impadronivano di oro e di schiavi. Il successo
delle loro incursioni era garantito da molteplici fattori: il loro innato
coraggio, la mobilità, la disciplina, la fedeltà al capo (il re del mare),
ma anche la sorpresa ed una strategia militare franca inadeguata ad ostacolarli:
il concetto di fatalità, l'inferiorità numerica, la scarsa mobilità militare
furono elementi decisivi che indussero i Franchi alla fuga. Solo verso
il 900 si iniziò a resistere sul posto grazie alle fortificazioni che
mettevano in difficoltà i Vichinghi non abituati agli assedi e privi di
opportune macchine per questo tipo di combattimento. Anche dei fattori
tecnici contribuirono al successo dei Vichinghi, le navi in primo luogo.
I famosi "Drakkars", nati per le difficili navigazioni delle coste norvegesi,
si modificarono e perfezionarono nel tempo tanto da essere poi capaci
di affrontare violente tempeste.
Queste navi costruite con un'unica chiglia da prua a poppa (e con i fianchi
ricoperti), i fori per i remi ed un'unica grande vela rettangolare rossa
o a righe rosse e blu, erano particolarmente in grado di affrontare grandi
onde, erano veloci (10 nodi con poco vento) e potevano trasportare buoni
carichi. Il loro equipaggio poteva variare da 50 a 100 uomini per cui
nelle loro razzie più importanti i vichinghi potevano muoversi a migliaia.
La loro lunghezza poteva raggiungere i 23 metri e la larghezza superava
i 5 metri (drakkar di Gokstad e Bygdoy in Norvegia).
Anche
le armi erano efficaci: spade a doppio taglio, giavellotti, archi e pugnali
erano l' essenziale. ( Le spade spesso erano di provenienza franca, tanto
che sia Carlo Magno che Carlo il Calvo vietarono, con granvi pene, la
loro esportazione in Scandinavia).
Solo verso il 900 si iniziò a resistere sul posto grazie alle fortificazioni
che mettevano in difficoltà i Vichinghi non abituati agli assedi e privi
di opportune macchine per questo tipo di combattimento.
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