La società normanna: il contesto economico

  Il commercio

 

Nei primi anni, fino al 1030, gran parte dei commerci normanni avvennero con i paesi del nord, ancora percorsi dai Vichinghi, e con le isole Britanniche, ove i mercanti ebbero fin dagli inizi un deposito franco a Londra. I commerci si svilupparono via via anche verso il bacino parigino, attraverso la Senna, come testimoniano esenzioni di pedaggio accordate alle Abbazie e per via di terra, da Rouen;

 

 

verso il Vexin francese. Rouen acquisì a poco a poco grande importanza come centro di scambi e di smistamento dei prodotti, anche per i privilegi e le esenzioni che le accordarono i primi duchi. Il suo ruolo fu all'inizio quello di mercato per prodotti razziati dai Vichinghi sulle coste nord-europee ed inglesi, non escluso il commercio degli schiavi che sarà abolito solo con Riccardo III , per divenire in seguito porto per il commercio del vino, ma anche del pesce e del grasso delle balene. Quando in Normandia si sviluppò l'artigianato divenne anche centro per lo smistamento di tali prodotti. La produzione normanna fu soprattutto alimentare, navale, tessile e del cuoio; ad esse si affiancò presto la lavorazione del ferro con la costruzione di utensili di tradizione scandinava, e l'apertura di cave di pietra che tanta parte avranno nella fornitura dell'architettura normanna civile, religiosa e militare.

 

 

 

 

La sicurezza delle vie commerciali, di terra e d'acqua, unitamente alle autonomie amministrative che i duchi concessero alle città, favorì l'espansione urbana e, di riflesso, tutta l'economia normanna. Questo spiega la capacità che ebbe Guglielmo di approntare in breve tempo la macchina militare necessaria per la conquista d'Inghilterra.